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sabato 21 marzo 2009

Accanito



Accanito: non muoverti, non mollare. Molla, molla...no. Alcuni pensano che sia tutta una questione di forza, essere duri. Il carattere forte viene soltanto dall'aver sofferto più di qualcun altro. Un uomo può avere sofferto qualcosa di veramente orribile, ed essendo sopravvissuto, adesso è più forte di quello che era prima. Essere duri viene dall'essere resi duri. Non sembra davvero desiderabile l'essere forte o duro, ma io debbo sopravvivere. Mi sono deciso a perseverare e non mollare a dispetto del dolore che continua a tornare ripetutamente. E questa è l'unica ragione per cui riesco ad andare avanti. E' perché so che smette, anche se solo per un pò, si ferma il dolore per un istante e la vita risplende come raggi di sole dalla finestra del soggiorno. Quando il dolore arriva, mi schiaccia. Io lotto sapendo che durerò più a lungo di lui. Tutto cambia: le sensazioni cambiano, le situazioni cambiano, il dolore cambia. E' una questione di perseveranza. Il dolore infuria dentro il mio cranio come enormi onde che si infrangono sulle rocce. E' una tempesta inflitta da forze sconosciute della natura che non possono essere fermate. Io lotto, ma non posso sperare di abbattere il dolore. No, io lotto per la mia dignità. Io lotto per tenermi la speranza che promette sollievo. Altri uomini e donne hanno fallito in questa stessa lotta. Lo so. Io non li condanno, ne li compatisco. Loro hanno fatto la propria scelta. Tutto considerato, quella scelta non era irragionevole. Anche nella mia stessa situazione, ho resistito 24 anni della sofferenza più squisita che la scienza medica conosca. E' così che i giornali di medicina descrivono le emicranie a grappolo che mi assalgono, Vengono a gruppi: fino a tre volte al giorno per un massimo di cinque giorni di fila. Vorrei vantarmi di aver compiuto qualcosa di difficile, ma la verità è che sono soltanto riuscito a resistere più a lungo del dolore. Colpisce quando colpisce, non c'è nessuna causa prevedibile. Non posso dire che qualcosa in particolare porterà di sicuro il dolore e non sono mai sicuro di quanto durerà. Tutto quello che so è che migliorerà! Se soltanto rimango con esso, e non mollo, allora il dolore se ne andrà. E' questa la mia speranza. Perciò persevero. Io penso molto alla gente che è colpita alla stessa maniera. Continuiamo tutti semplicemente ad andare avanti.
Essendo sopravvissuti, siamo quelli forti. Non abbiamo medaglie appuntate sul petto. Non ci sono certificati, riconoscimenti o placche che possiamo mostrare, La nostra esistenza che continua è la nostra testimonianza. Siamo accaniti. Quando forze al di là del nostro controllo esercitano una terribile pressione su di noi, non molliamo: rimarremo dopo che hanno finito con noi. Non so se altri sentono alla mia stessa maniera, ma mi consuma. A volte mi sento così stanco che è quasi come se potessi semplicemente lasciare andare la presa, e mi domando se non scivolerei, semplicemente, nell'abisso. Io sono stato su quel baratro, ed ho sentito la mia presa cedere fino all'apice delle mie dita. Era come se fossi in equilibrio in un momento senza tempo in cui la scelta era tra una direzione e quella completamente opposta. Potevo andare solo in una delle due direzioni.
Mi sono sempre sporto, ho spinto, mi sono aggrappato e trascinato verso l'accanimento della mia vita. Sono stato sul baratro, ho guardato giù e so che è il mio carattere. Sono accanito.

E se Dio si fosse distratto?


A volte mi sento come un fenomeno da baraccone. Penso di non averci fatto caso prima solo perchè recitavo la parte. Ma che ci posso fare? Sono fatto così, perlomeno adesso. Faccio del mio ,meglio, o come minimo ci provo anche se sembra che possa fare di più. I miei scherzi spesso cadono nel vuoto, le mie battute intelligenti annaspano. La gente sorride a metà e mormora: “ok...”. Non penso che sia un completo rifiuto, però sembra un po' meno di una accettazione totale. Il mio ego è arrivato in un posto dove sono Ok con me stesso e come interagisco con gli altri. Però non voglio alienare nessuno. Dopo tutto mi piace la gente. Oh ci sono state così tante delusioni, ma tutto sommato, debbo dire che sono più a favore della compassione che a supporto di comportamenti dissociativi. . Certo, questo posto rende dipendenza ed amarezza un vero problema. Qualcuno si abbatte, ed ha effetto su tutto quanto intorno. E' una delle ragioni per cui cerco di evitare la sagra della pietà. Fa soltanto casino. Suppongo non sia una cosa normale da dire. Forse molta gente non la metterebbe così. Mi sa che l'approccio normativo sarebbe di dire come sia importante adottare un etica pro-sociale per il bene comune dei membri della particolare unità sociale... Ok, quel linguaggio può essere la normativa di un sociologo o simile. Fantastico, non posso neppure immaginare come possa suonare un'affermazione normativa in questo momento. Se avessi abbastanza tempo forse potrei riuscire a far finta. Non lo so, mi sento semplicemente come un estraneo. E questo va bene in prigione. Non voglio sentirmi uno del gruppo quà dentro, sono riuscito a muovermi dentro di questi cicli con un discreto livello di accettazione.
Andiamo tutti d'accordo, ma non voglio diventare l'amicone di nessuno. Non voglio fare parte della gang, lasciamoli in pace. Io farò semplicemente le mie cose e sarò felice. Per me funziona. Io provo amore e compassione per la gente.... anche per quelli con problemi. La compassione non è sempre la prima emozione, ma può venire dopo, anche se a volte debbo afferrala con entrambe le mani e tirarla fuori dalla mia anima . Può essere difficile accettare gli altri quando sembra che proprio loro non si accettino. Nessun problema: amali comunque. Ci sono persone davvero, davvero poco attraenti. Non voglio dire che sembrano brutti, voglio dire che agiscono brutto, Sto imparando ad essere meno critico da quel punto di vista. Mentre tratto le persone come vorrei essere trattato io e mi sento bene per questo, divento sempre più convinto che sia il modo giusto di sentirmi e di fare parte di questo mondo. Davvero non importa come si comportano, si tratta soprattutto di ciò che faccio io e che mi fa sentire a mio agio nel piccolo posto che occupo al mondo.

O Dio


Mi pento per le cose che ho fatto e non avrei dovuto fare
per le cose che ho detto e non avrei dovuto dire
per le cose che ho pensato e non avrei dovuto pensare
Grazie Signore per la tua benedizione di ieri
Benedici per favore questo giorno e fallo santo
Per favore aiutami oggi a vivere una santa vita
Amen

venerdì 16 gennaio 2009

Tutto quello che ha

C’era una volta, una povera donna anziana.

Suo marito era morto da tempo.

Si rifiniva le dita fino all’osso

Per dare da mangiare alla sua famiglia.

Faticava per ogni pasto che mangiavano.

E si impegnava quotidianamente

Per produrre a malapena ciò che abbisognavano di più

E mantenerli tutti in vita.

Non aveva mai posseduto nessuna bibbia.

Dai sermoni che aveva ascoltato,

sebbene talvolta non ci fosse cibo da mangiare,

lei li nutriva con le parole.

Si alzava presto ogni domenica mattina.

E camminando mentre cantava.

Percorreva un miglio con scarpe consumate

Per rendere la sua offerta.

Non si fermava a pensare che cosa

Le riservasse il giorno dopo.

Tra le lacrime pregava, “Io Dio ti amo.

Vorrei poterti dare di più.”

Alcuni ricconi, mostrando il loro disdegno

E traboccante orgoglio,

risero quando videro quella donna

lasciando cadere i suoi due ultimi centesimi.

Ogni settimana lei dava tutto ciò che aveva

Perché amava il Signore.

E siccome dona tutto dal suo cuore

Lei se ne guadagna una grande ricompensa.



Kapoe.



La Battaglia

Amici miei ascoltate me,

e le mie storie che racconto.

Sono sicuro che un po'di voi,

Anche perdendo,

il Signore lo sa che non mi sono ritirato.

Ma quando la mia donna mi ha lasciato,

sono caduto in ginocchio.

L'ho pregata di avere pietà,

con la mia voce udita solo dalla brezza.

La sua arma era il io amore per lei

e con essa lei mi ha accecato.

Poi mi strappò il cuore

gettò la mia anima in mare

nessun contrattacco

non c'era tempo per ritirarsi.

Non sapevo della battaglia

e così ero già vinto.

Quindi vi dice amici,

prima di provare ad amare.

Ricordate la mia storia

e se doveste perdere come è successo a me,

il dolore d'amore vi rincorrerà

fino al giorno della vostra morte.

ha una storia simile.

La mia riguarda la donna,

che ho preso in moglie.

Come ha fatto diventare dolore il mio amore.

Non importa quanto ho provato.

Adesso ho fronteggiato la battaglia

mai scoraggiato sempre orgoglioso.



Scrivetemi:


Clinton Everett

J76643 310-1-19U Po box 9

Avenal, CA 93204
USA